Questa notte ho fatto un sogno. Questo sogno rappresentava la mia cittadina, le case sono simili alle nostre, (un po' meno attaccate tra loro), le strade erano continuamente percorse da bambini che scorrazzavano e che si precipitavano da un lato all'altro della piazza con biciclette colorate.
Pochi di loro utilizzano gli automezzi per spostarsi da un capo all'altro della città. Solo gli adulti ne usufruivano.
C'era un piccolo mercato tutto affollato vicino alla piazza, si assaporava il profumo di dolci, si, di biscotti fatti in casa, si udivano le urla dei mercanti e si sentiva il calore del sole di giugno sulla pelle...
C'era anche una donna, non tanto giovane, teneva nella mano destra una sportina rossa e blu: correva al mercato! La piazza era di mattonelle rossicce, in mezzo c'era un'aiuola, al centro del quale c'era un enorme albero, con i fiori profumati, simili a quelli di un pesco.
I frutti piccoli, ma dal colore intenso; intorno a questo ce n'erano molti altri con una targhetta di legno.
Per ogni targhetta c'era scritto un nome diverso: il nome del suo proprietario; infatti, per ogni bambino che nasceva in questa cittadina, si piantava un albero.
L'albero prendeva il nome del proprietario, che se ne doveva prendere cura.
Notavo anche una casetta dell'acqua a qualche metro dalle panchine che circondavano l'aiuola. Mi guardavo intorno, la cosa che notavo di più di tutte era la mancanza di sporcizia, di sacchetti di plastica & di chewingum a terra.
C'era un'altra donna che portava con sé dei sacchi neri, si dirigeva ai bidoni dell'indifferenziabile, quasi sicuramente quei sacchi erano pieni d'immondizia.
Mi sorprendeva che anche due signori che passeggiavano per strada non buttassero i mozziconi delle sigarette che stavano fumando a terra, ma aspettavano di passare vicino a un posacenere per buttarli via.
Il suono della sveglia mi riporta alla realtà, mi preparo in tutta fretta: è già ora di andare a scuola!!!
Mi metto in spalla la cartella, e monto sulla bicicletta. Durante il tragitto da casa a scuola, non noto i colori esplosivi del mio sogno, ma diverse sfumature di grigio.
Ripenso con nostalgia al paesaggio della mia chimera, tanto che noto la pelle d'oca sulle mie braccia a causa dell'enorme differenza ecologica tra i due mondi.
Però sarebbe bello se anche la mia vera città gli assomigliasse, anche solo un pochino...che cosa potrei fare io per migliorarla?
Forse se tutti insieme collaborassimo, magari riusciremmo a renderla più colorata e meno inquinata.
Tornata a casa da scuola, all'una, stanca di una giornata intensa, mi sono appisolata sul divano, ho sognato ancora la mia cittadina, era ormai notte li, tutti erano a casa e solo poche avevano ancora le luci accese.
Ero seduta su una delle panchine di marmo grigio che attorniavano le aiuole, esplosioni di colore.
Il marmo era ruvido, grezzo; non era tanto freddo, era leggermente tiepido.
Dietro di me c'erano le aiuole illuminate da alcuni lampioncini da giardino che le attorniavano. La loro luce era fredda, chiara, non erano né troppo piccoli né troppo grandi, di giusta grandezza.
Erano neri, con alcune rifiniture in colore argento. Attorno ai numerosi alberi, infatti, c'erano, sull'estremità di un'aiuola delle violette, di un'altra dei gerani di un rosso vivo, dalle foglie palmate e dal colore forte, la luce che man mano diventava sempre più fioca non illuminava il resto della piazza, però sentivo un profumo intenso di rose.
Mi alzo dalla panchina e giro intorno all'enorme aiuola, dove la luce del lampione la illuminava ancora, noto della lavanda, delle belledinotte, veramente belle, quanto il tramonto nella savana, dal colore penetrante e forte.
C'era un cartello che segnalava il lavoro fatto dagli alunni delle scuole medie comunali che diceva:
“I fiori piantati dalla scuola media comunale di Greencity, verranno curati e guardati dagli stessi ragazzi.
Il rispetto per le piante è fondamentale, perché le piante sono legate a noi e noi alle piante!”
Quelle parole mi hanno strappato le lacrime dagli occhi, non avevo mai sentito delle frasi così profonde a riguardo delle piante, nemmeno nelle poesie più belle …
Le mie lacrime sono aspre di sapore, ma piene di emozione e commozione. Ormai è l'alba. Il sole nasce, e
con lui tutta la città.
Intorno a me degli alunni della scuola media, raccolgono di casa in casa del cartone utilizzato, ma con la possibilità di crearne ancora qualche cosa, e si recano a scuola con aria soddisfatta. Dopo alcune ore, quando il sole è già alto e caldo, gli stessi ragazzi escono da scuola con aria ancora più soddisfatta della mattina.
Ognuno di loro ha in mano una scatoletta in cartone che cominciano a distribuire a tutti i negozi nelle vicinanze.
Su un lato ha la curiosa e colorata scritta di: ”Offerte”.
Quelle scatole sono state fatte con il cartone raccolto la mattina. Ingegnosa quest'idea! A questi pensieri mi sveglio. Mi metto a fare i compiti, ripensando ai ragazzi che raccoglievano cartone e distribuivano scatolette. La notte l'ho passata bene, ora non vedo l'ora di proporre l'idea avuta dai ragazzi del mio sogno ai miei professori e ai miei compagni!!!
Selene P.